1 febbraio 2009

importante a Moimacco

agli/alle insegnanti del laboratorio di "Importante è avere una storia":
-cosa si utilizza questo sito?
questo sito è un blog, vale a dire contiene una serie di piccoli articoli (chiamati post) scritti da me (Michele Polo) oppure da altri (ad esempio Suomi Vinzi) sul lavoro del teatro a scuola
-che cosa devo cliccare? a destra ci sono dei rimandi (archivio blog) oppure degli argomenti (etichette, in inglese tag): basta cliccarci sopra ed accedere così ai vari post
-non serve leggerli tutti in una volta! sono pensieri per confrontarsi (da commentare, se si vuole)

24 gennaio 2009

15.COPIO!

Per non scadere negli stereotipi e cercare idee nuove possiamo guardare cosa hanno fatto altri. Se copiamo da altri scenografi dobbiamo fare attenzione a non realizzare una “brutta copia”. Se copiamo da altri professionisti faremo probabilmente una re-interpretazione più efficace. Pensiamo all’arte per esempio: sfogliando libri (o siti internet) con immagini di artisti, anche contemporanei, avremo molti stimoli, idee, suggerimenti non convenzionali che ci aiuteranno ad osare oltre che scegliere tra materiali inconsueti ed inattesi.

14.COLLAGE

Il collage è una tecnica molto utile per non ricadere sempre nella pittura e permette molte varianti. Posso scegliere il tipo di carta da usare. Posso stare a metà strada tra collage e pittura utilizzando carta precedentemente colorata dai bambini e poi ritagliata e-o strappata per creare le forme che voglio e che mi servono. Posso utilizzare carte di tanti tipi ed inserire anche altri materiali come per esempio plastica o stoffa.
Il collage poi può anche essere ri-sagomato diventando un elemento a se stante quasi tridimensionale.

13.DIPINTO

Ci sono molti modi di dipingere, molti supporti, molte tecniche. Per dipingere un pannello scenografico o un elemento tridimensionale possiamo scegliere tra alcune modalità pittoriche.
In base alle suggestioni della storia potrò optare per un effetto più lirico, usando la tecnica dello sfumato; oppure usando pennellate separate per un effetto aggressivo, forte, d’impatto; o ancora usando il colore steso a grandi campiture uniformi (colore piatto) per una resa chiara, limpida, rassicurante.

12.OGGETTI REALI REINTERPRETATI

Gli oggetti reali (un fiore vero, una sedia su cui sale un bambino e perciò deve essere vera, stabile, sicura) che servono per l’azione teatrale possono essere lasciati così come sono oppure reinterpretati: rivestiti, dipinti o modificati.
La scelta dipende dal tipo di storia (se per esempio si tratta di una storia da ridere potrò intervenire modificando gli oggetti in modo surreale).

11.OGGETTO SCENICO CHE RITORNA

Un oggetto che appare più di una volta ha più forza, si carica di toni affettivi, di connotazioni interiori in quanto contiene storie già vissute.
Usiamo quindi più volte alcuni oggetti-elementi visivi per dare conferme allo spettatore e per rassicurarlo nel procedere della storia. Non dobbiamo avere paura di cadere nella ripetizione: sappiamo quanto gli stessi bambini amino rileggere la stessa storia tante volte!

22 gennaio 2009

10.ELEMENTI DINAMICI

Esistono altri tipi di elementi, modulari e non, che possono risultare funzionali per diversi momenti dello spettacolo: un paravento per esempio può essere pensato in modo dinamico (con cerniere o piegature) per poterlo modificare durante lo spettacolo (un pannnello a tre o più ante può essere bidimensionale se teniamo tutti i lati aperti in linea oppure può diventare una struttura trdimensionale se pieghiamo i lati servendoci di cerniere o semplicemente di una piegatura precedentemente preparata. Le forme tridimensionali di questo elemento varieranno a seconda di come si adranno a piegare i suoi lati in base ai gradi degli spigoli).

9.ELEMENTI STATICI

Esistono elementi scenici che hanno un’unica funzione e che non si possono modificare: un pannello di legno o cartone fissato al luogo dello spettacolo risulta bloccato, piano, immobile. Un telo dipinto teso appeso in modo definitivo certamente non si presta ad usi successivi.
L’elemento statico può essere una scelta, non è da considerarsi per forza elemento negativo, può essere utile per praticità e velocità d’esecuzione. La scelta dell’elemento statico verrà fatta scartando le diverse possibilità fornite dall’elemento dinamico.

8.L’IMPRONTA

Diamo un’impronta forte alle scenografie utilizzando una tecnica fino in fondo senza mescolare troppi stili assieme. L’impronta darà un carattere forte allo spettacolo. Darà un senso chiaro e caratterizzante.

7.QUELLO SPAZIO, PROPRIO QUELLO

Le scenografie possono essere pensate in relazione ad uno spazio specifico e non ad un posto qualsiasi. Quindi è importante sapere dove verrà allestito lo spettacolo e pensare le scenografie tenendo conto delle caratteristiche del luogo. Dobbiamo considerare: quanto spazio abbiamo, dove saranno posizionati gli spettatori (posso decidere? davanti, attorno, a destra e sinistra..), le fonti di luce (spazio oscurabile o no), la presenza o assenza di elementi di aiuto e di sostegno (quinte, fondali, ruote, tralicci o stangoni)

6.AGGIUNGERE O TOGLIERE

Dopo l’incontro con la storia dobbiamo raccogliere, aggiungere e trovare: ma non possiamo tenere tutto, dobbiamo cioè scegliere poche cose per costruire elementi semplici ed essenziali.
Abbiamo la storia e le nostre suggestioni, da questo insieme troviamo la nostra nuova storia.
Il teatro è un insieme di molti codici, di molti strumenti. Dove non arriva uno strumento arriva l’altro. La scenografia si ferma dove c’è un altro strumento che racconta meglio o viceversa. Non aiuta che le scene raccontino troppo!

19 gennaio 2009

5.REALISMO ED ASTRAZIONE

Realismo significa rappresentare con molti dettagli in modo che l’immagine sembri il più possibile uguale alla realtà (dipingo su di un telo l’ambiente della storia). Per fare questo abbiamo a disposizione varie tecniche: dalla pittura, al disegno, alla fotografia, all’inserimento di oggetti reali.
Astrazione significa rendere le immagini diverse dalla realtà, rendere con le immagini anche altri fattori, emotivi per esempio. Per esempio potremmo in questo caso cercare di vedere e sentire la storia da un punto di vista interiore: mostriamo la storia come l’abbiamo vissuta emotivamente attraverso elementi visivi (le sensazioni che abbiamo possono essere rese visivamente usando per esempio i colori o altri aspetti legati all’immagine).
Facciamo teatro per gli occhi.
Realismo e astrazione sono strumenti che ci servono per raccontare delle cose per gli occhi. Tra l’uno e l’altra ci sono molte sfumature. Ognuno di noi sceglierà una sua soluzione.

4.SCENOGRAFIE SUPERFLUE

Spesso pensiamo si debba descrivere tutto quello che succede nella storia con la scenografia. Invece occorre selezionare pochi elementi rappresentativi visivi per risparmiare fatica e materiali, per risultare più efficaci (meglio togliere che aggiungere). In questo modo riusciremo a sedurre lo sguardo dello spettatore e incuriosirlo; e la storia si seguirà ugualmente. Attori, operatori e spettatori s’interessano di più ad una storia che visivamente non cade nella banalità, nel luogo comune, ma cerca di comunicare cercando altre strade.
Cerchiamo di non descrivere pedissequamente gli elementi che già conosciamo ma di SUGGERIRE il più possibile. Gli elementi visivi posso anche essere una sorta di ‘sapore’ o di ‘odore’ della storia.

3.SFONDO

Lo sfondo è qualcosa che sta in fondo ma perché non renderlo più utile posizionandolo al centro dello spazio o davanti? In fondo serve poco e al centro può comunicare molto di più: essere importante ed utilizzabile.
C’è un po’ un’abitudine di risolvere la scenografia creando uno sfondo dipinto da mettere dietro ai bambini in scena. Viene da chiedersi: serve veramente? Racconta qualcosa d’importante? Cosa posso far vedere che aggiunga emozione alla storia?

2.CHI DECIDE COSA SCENOGRAFARE

Per quanto possibile dovremmo cercare di dare una discreta dose di autonomia ai bambini tenendo però noi adulti ben strette le redini. Possiamo usare questa strategia:
L’insegnante, dopo aver scelto la storia, la legge in classe facendola vivere e cercando di divertirsi nel leggerla (significa che ci si addentrerà con passione).
A questo punto fioriscono le immagini nelle teste di chi ascolta. Queste immagini saranno importanti per le fasi successive.
Con alcune domande condivise cerchiamo di fissare queste immagini mentali.
Chiediamo ai bambini che cosa hanno visto. Guidiamo la costruzione delle immagini focalizzando le visioni e ponendo domande più precise: quali colori avete visto? Quali oggetti?
L’insegnante può segnare, in un foglio non condiviso, le parole dei bambini per documentare questa fase.
A questo punto la storia non sarà più la stessa: perde qualcosa e acquista qualcos’altro.

1.CHE COSA SIGNIFICA SCENOGRAFARE?

Significa lavorare visivamente su di una storia già decisa dall’insegnante.
La scenografia è tutto ciò che si vede.

Le domande e risposte di Suomi Vinzi

Da questo post iniziano le risposte alle domande più frequenti (FAQ Frequently Asked Questions) scritte da Suomi Vinzi, sul tema della scenografia e il lavoro con il teatro nella scuola.
E I COMMENTI?
La mancanza di commenti significa che tutto ciò che è stato scritto era perfettamente intellegibile, e che voi lettori e lettrici avete capito tutto? Ma fosse anche così lo stesso vi sproniamo a scrivere, commentare, discutere affinché questo spazio sia condiviso attivamente.

3 gennaio 2009

non posso commentare! aiuto!

se non riesci a commentare i post, se non riesci a scrivere nell'apposita casella, quasi sicuramente il motivo è internet explorer troppo vecchio. il mio consiglio è: usare invece Mozilla Firefox, che è gratuito, veloce e sicuro. come fare? qui trovate la versione per chi ha windows xp clicca qui,

mentre chi ha un computer più vecchio, con Win 98/Me questa è la versione adatta)