15 gennaio 2013

22.DNA DEL TEATRO

Il teatro è alla continua ricerca del nuovo, del diverso, dello spiazzante. Perché  pensa che uno spettatore spiazzato, cioè lievemente spostato rispetto all'ergonomia della poltrona, si addormenti meno facilmente.

21.I GENITORI

Sono da una parte il pubblico ideale, dei veri fan: basta vedere i loro figli, e sono a posto. Ma i bravi fan non vogliono che si tradisca le loro aspettative: così i bambini fanno la recita, le insegnanti realizzano la recita e i dirigenti premono per la recita: e quasi tutti sono contenti.

20.COMMENTARE

Nessun commento mentre si lavora. Perché commentare è uno scivolo scivoloso, che tende ad inghiottire tutto ciò che con fatica si trova. Ma con un po' di pratica si impara a non scivolare.

19.LE PARTI E IL/LA PROTAGONISTA

Nessuna “parte” e nessun protagonista! Sono etichette morte. Tutti fanno la propria parte di protagonista, insieme agli altri protagonisti.

18.MIMARE, FARE FINTA

I bambini quando giocano fanno finta. Invece a teatro lavorare con degli oggetti è più facile. Per tutti. Meglio allora avere una sedia e scoprire come diventa una barca che fare finta di avere una sedia e fare finta di avere una barca.

17.GUSTO PERSONALE

Vedi passione. Vero motore del fare teatro, delle scelte, dei rischi. Il nostro punto di vista è la nostra forza.

16.STORIA E SPETTACOLO

La storia scritta non è teatro, è un libro scritto, non è uno spettacolo. Per diventare teatro perderà qualcosa, e guadagnerà qualcosa.

15.MATERIALE II

Tutto ciò che si può fare qua e adesso, e a richiesta ripeterlo, è materiale di lavoro ed è utilizzabile. Tutto il resto non c'è, non si può utilizzare.

14.COSA VUOL DIRE LAVORARE

Produrre materiale significa provare un pezzo di storia, un dialogo, una situazione, e saperlo ripetere.

13.ACCORGERSI

E' impossibile prestare attenzione a tutti i rumori che udiamo, o prestare attenzione a tutte le cose che vediamo, o annusare tutti gli odori che incontriamo. Per salvarci abbiamo delle soglie di attenzione, che si attivano quando qualcosa è importante: per esempio perché è grossa, o è forte, o è minacciosa, o è bellissima. Oppure è ripetuta parecchie volte, in luce, con un minimo di spazio attorno a se'.

12.RIPETIZIONI III

Ripeto che ripetere le azioni, le situazioni, le parole all'interno di una storia a teatro è molto salutare, molto vivificante, molto più interessante di quanto possa apparire. Repetita iuvant.

11.RIPETIZIONI II

La prima volta che in una storia succede un'azione, per il pubblico è una scoperta. La seconda volta che succede è solo la conferma di quell'azione è importante. Un bravissimo pedagogo diceva che a teatro il concetto di “ripetizione” inizia solo dopo la settima volta che si ripete.

avvertenze per l'uso


per gli/le insegnanti del laboratori teatrali Teatroescuola/Michele Polo:

-perché esiste e come si utilizza questo sito?

Questo sito è un blog, un insieme di piccoli articoli sul teatro a scuola.

Sono tanti articoli ma non sono un libro, non devono essere letti tutti di seguito.
Sono invece spunti di lavoro: servono per farsi un'idea di come lavoriamo e confrontare questa idea con le proprie. Quando si hanno dubbi su come affrontare un determinato problema del teatro a scuola forse qui si possono trovare risposte

-che cosa devo cliccare?
a destra ci sono dei rimandi oppure degli argomenti: basta cliccarci sopra ed accedere così ai vari post
-non serve leggerli tutti in una volta

1.COSTUMI TEATRALI

I costumi teatrali aiutano a far capire che ciò che si sta guardando
Ma i costumi non fanno il teatro, non fanno i personaggi. Aiutano, e basta.
Perciò io penso che i costumi vengano dopo la storia, la recitazione, i movimenti, le emozioni.

2.PASSIONE, FATTIBILITÀ

Una storia, se ci appassiona, riuscirà a tirare fuori da noi stessi molta più creatività di una storia che ci lascia più o meno indifferenti. Anche se una storia appassionante ci pare “fuori portata”: ma non è la fattibilità di una storia che deve attirarci, bensìe emozioni che ci suscita.

3.SPAZI

E' assolutamente indispensabile creare con uno spazio preciso: lo spazio dove faremo lo spettacolo. Tutte le costrizioni fornite dallo spazio reale saranno da stimolo a nuove soluzioni e nuove possibilità e daranno agli insegnanti e ai bambini la capacità di risolvere creativamente i problemi.

4.IN TEATRO SUCCEDE

In teatro succede.
Mentre lavoriamo al progetto che abbiamo pensato, succedono un sacco di cose: divagazioni, piccoli accadimenti, alternative.
Anche se è difficile, dobbiamo mettere insieme ciò che abbiamo progettato con ciò che succede, fra i bambini, fra le scene, fra le persone, e farle crescere.

5.IL TEATRO SUCCEDE?

C'è una storiella di uno scrittore, che faceva sempre sogni bellissimi, e non riusciva mai a ricordarli, e pensava ai libri avrebbe scritto se se li fosse ricordati. Prese un blocco appunti e una penna, li mise accanto al comodino, ripromettendosi di scrivere appena sveglio, o durante la notte. Una mattina, si sveglia da un sogno fantastico, pieno di un sapore incredibile, una sensazione... e pensa che gli è già sfuggito, perso. No! Il blocco degli appunti! Si ricordò di aver scritto quella notte, così guardò il blocco, e c'era scritto: un ragazzo ama una ragazza.
Così scritto sembra banale, ma quando succede non lo è.

Cosa significa succedere? è più facile capire pensando al suo contrario: è come quando ad uno spettacolo abbiamo la sensazione “che non stia succedendo niente”.

6.RIPETERE CON I BAMBINI

Bisogna essere attenti a che le ripetizioni non siano “rifare la foto di ieri”, perché i bambini sono in perenne cambiamento, in continua formazione, e imparano in fretta.
Lavorare con le intuizioni di oggi, con le capacità di oggi, siano esse meglio o peggio di ieri. I cantanti dicono che “si canta con la voce di oggi, non con la voce che vorremmo, e nemmeno con quella di ieri o di domani. Oggi c'è quella, e si canta con quella”.

7.DURATA

Per me sono tanti 30 minuti di teatro, tanti, un gran risultato, davvero.
Anche se altre scuole hanno fatto 40/50/60/70/80/90/100 minuti di spettacolo.

8.CONCENTRAZIONE

Non c'è teatro senza concentrazione. Se rimarranno concentrati, gli attori/operatori/animatori avranno imparato una grande capacità, singolarmente e come gruppo. Anche se il pubblico vorrà solo scattare foto e girare filmini. La concentrazione degli attori/operatori/animatori influenzerà il pubblico.

9.LINGUAGGI

Il teatro è un ottimo commensale: mastica e digerisce musica, luci, testo, movimento, spazio, danza, canto, immobilità, scenografie.
Lui, non noi, così per non incorrere in indigestioni bisognerà capire quante portate il nostro stomaco riesce a digerire e fermarsi lì, non importa se altri stomaci sono più capienti.

10.RIPETIZIONI

Il teatro è un rito. In quanto rito ama la ripetizione  di gesti codificati. Così come le cerimonie amano il cerimoniale e le messe amano il messale Così come le fiabe amano ripetere situazioni. In occasioni del genere proporre scorciatoie è una cattiva idea.