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15 gennaio 2013

avvertenze per l'uso


per gli/le insegnanti del laboratori teatrali Teatroescuola/Michele Polo:

-perché esiste e come si utilizza questo sito?

Questo sito è un blog, un insieme di piccoli articoli sul teatro a scuola.

Sono tanti articoli ma non sono un libro, non devono essere letti tutti di seguito.
Sono invece spunti di lavoro: servono per farsi un'idea di come lavoriamo e confrontare questa idea con le proprie. Quando si hanno dubbi su come affrontare un determinato problema del teatro a scuola forse qui si possono trovare risposte

-che cosa devo cliccare?
a destra ci sono dei rimandi oppure degli argomenti: basta cliccarci sopra ed accedere così ai vari post
-non serve leggerli tutti in una volta

1.COSTUMI TEATRALI

I costumi teatrali aiutano a far capire che ciò che si sta guardando
Ma i costumi non fanno il teatro, non fanno i personaggi. Aiutano, e basta.
Perciò io penso che i costumi vengano dopo la storia, la recitazione, i movimenti, le emozioni.

2.PASSIONE, FATTIBILITÀ

Una storia, se ci appassiona, riuscirà a tirare fuori da noi stessi molta più creatività di una storia che ci lascia più o meno indifferenti. Anche se una storia appassionante ci pare “fuori portata”: ma non è la fattibilità di una storia che deve attirarci, bensìe emozioni che ci suscita.

3.SPAZI

E' assolutamente indispensabile creare con uno spazio preciso: lo spazio dove faremo lo spettacolo. Tutte le costrizioni fornite dallo spazio reale saranno da stimolo a nuove soluzioni e nuove possibilità e daranno agli insegnanti e ai bambini la capacità di risolvere creativamente i problemi.

4.IN TEATRO SUCCEDE

In teatro succede.
Mentre lavoriamo al progetto che abbiamo pensato, succedono un sacco di cose: divagazioni, piccoli accadimenti, alternative.
Anche se è difficile, dobbiamo mettere insieme ciò che abbiamo progettato con ciò che succede, fra i bambini, fra le scene, fra le persone, e farle crescere.

5.IL TEATRO SUCCEDE?

C'è una storiella di uno scrittore, che faceva sempre sogni bellissimi, e non riusciva mai a ricordarli, e pensava ai libri avrebbe scritto se se li fosse ricordati. Prese un blocco appunti e una penna, li mise accanto al comodino, ripromettendosi di scrivere appena sveglio, o durante la notte. Una mattina, si sveglia da un sogno fantastico, pieno di un sapore incredibile, una sensazione... e pensa che gli è già sfuggito, perso. No! Il blocco degli appunti! Si ricordò di aver scritto quella notte, così guardò il blocco, e c'era scritto: un ragazzo ama una ragazza.
Così scritto sembra banale, ma quando succede non lo è.

Cosa significa succedere? è più facile capire pensando al suo contrario: è come quando ad uno spettacolo abbiamo la sensazione “che non stia succedendo niente”.

6.RIPETERE CON I BAMBINI

Bisogna essere attenti a che le ripetizioni non siano “rifare la foto di ieri”, perché i bambini sono in perenne cambiamento, in continua formazione, e imparano in fretta.
Lavorare con le intuizioni di oggi, con le capacità di oggi, siano esse meglio o peggio di ieri. I cantanti dicono che “si canta con la voce di oggi, non con la voce che vorremmo, e nemmeno con quella di ieri o di domani. Oggi c'è quella, e si canta con quella”.

7.DURATA

Per me sono tanti 30 minuti di teatro, tanti, un gran risultato, davvero.
Anche se altre scuole hanno fatto 40/50/60/70/80/90/100 minuti di spettacolo.

8.CONCENTRAZIONE

Non c'è teatro senza concentrazione. Se rimarranno concentrati, gli attori/operatori/animatori avranno imparato una grande capacità, singolarmente e come gruppo. Anche se il pubblico vorrà solo scattare foto e girare filmini. La concentrazione degli attori/operatori/animatori influenzerà il pubblico.

9.LINGUAGGI

Il teatro è un ottimo commensale: mastica e digerisce musica, luci, testo, movimento, spazio, danza, canto, immobilità, scenografie.
Lui, non noi, così per non incorrere in indigestioni bisognerà capire quante portate il nostro stomaco riesce a digerire e fermarsi lì, non importa se altri stomaci sono più capienti.

10.RIPETIZIONI

Il teatro è un rito. In quanto rito ama la ripetizione  di gesti codificati. Così come le cerimonie amano il cerimoniale e le messe amano il messale Così come le fiabe amano ripetere situazioni. In occasioni del genere proporre scorciatoie è una cattiva idea.

24 gennaio 2009

15.COPIO!

Per non scadere negli stereotipi e cercare idee nuove possiamo guardare cosa hanno fatto altri. Se copiamo da altri scenografi dobbiamo fare attenzione a non realizzare una “brutta copia”. Se copiamo da altri professionisti faremo probabilmente una re-interpretazione più efficace. Pensiamo all’arte per esempio: sfogliando libri (o siti internet) con immagini di artisti, anche contemporanei, avremo molti stimoli, idee, suggerimenti non convenzionali che ci aiuteranno ad osare oltre che scegliere tra materiali inconsueti ed inattesi.

14.COLLAGE

Il collage è una tecnica molto utile per non ricadere sempre nella pittura e permette molte varianti. Posso scegliere il tipo di carta da usare. Posso stare a metà strada tra collage e pittura utilizzando carta precedentemente colorata dai bambini e poi ritagliata e-o strappata per creare le forme che voglio e che mi servono. Posso utilizzare carte di tanti tipi ed inserire anche altri materiali come per esempio plastica o stoffa.
Il collage poi può anche essere ri-sagomato diventando un elemento a se stante quasi tridimensionale.

13.DIPINTO

Ci sono molti modi di dipingere, molti supporti, molte tecniche. Per dipingere un pannello scenografico o un elemento tridimensionale possiamo scegliere tra alcune modalità pittoriche.
In base alle suggestioni della storia potrò optare per un effetto più lirico, usando la tecnica dello sfumato; oppure usando pennellate separate per un effetto aggressivo, forte, d’impatto; o ancora usando il colore steso a grandi campiture uniformi (colore piatto) per una resa chiara, limpida, rassicurante.

12.OGGETTI REALI REINTERPRETATI

Gli oggetti reali (un fiore vero, una sedia su cui sale un bambino e perciò deve essere vera, stabile, sicura) che servono per l’azione teatrale possono essere lasciati così come sono oppure reinterpretati: rivestiti, dipinti o modificati.
La scelta dipende dal tipo di storia (se per esempio si tratta di una storia da ridere potrò intervenire modificando gli oggetti in modo surreale).

11.OGGETTO SCENICO CHE RITORNA

Un oggetto che appare più di una volta ha più forza, si carica di toni affettivi, di connotazioni interiori in quanto contiene storie già vissute.
Usiamo quindi più volte alcuni oggetti-elementi visivi per dare conferme allo spettatore e per rassicurarlo nel procedere della storia. Non dobbiamo avere paura di cadere nella ripetizione: sappiamo quanto gli stessi bambini amino rileggere la stessa storia tante volte!

22 gennaio 2009

10.ELEMENTI DINAMICI

Esistono altri tipi di elementi, modulari e non, che possono risultare funzionali per diversi momenti dello spettacolo: un paravento per esempio può essere pensato in modo dinamico (con cerniere o piegature) per poterlo modificare durante lo spettacolo (un pannnello a tre o più ante può essere bidimensionale se teniamo tutti i lati aperti in linea oppure può diventare una struttura trdimensionale se pieghiamo i lati servendoci di cerniere o semplicemente di una piegatura precedentemente preparata. Le forme tridimensionali di questo elemento varieranno a seconda di come si adranno a piegare i suoi lati in base ai gradi degli spigoli).

9.ELEMENTI STATICI

Esistono elementi scenici che hanno un’unica funzione e che non si possono modificare: un pannello di legno o cartone fissato al luogo dello spettacolo risulta bloccato, piano, immobile. Un telo dipinto teso appeso in modo definitivo certamente non si presta ad usi successivi.
L’elemento statico può essere una scelta, non è da considerarsi per forza elemento negativo, può essere utile per praticità e velocità d’esecuzione. La scelta dell’elemento statico verrà fatta scartando le diverse possibilità fornite dall’elemento dinamico.

8.L’IMPRONTA

Diamo un’impronta forte alle scenografie utilizzando una tecnica fino in fondo senza mescolare troppi stili assieme. L’impronta darà un carattere forte allo spettacolo. Darà un senso chiaro e caratterizzante.

7.QUELLO SPAZIO, PROPRIO QUELLO

Le scenografie possono essere pensate in relazione ad uno spazio specifico e non ad un posto qualsiasi. Quindi è importante sapere dove verrà allestito lo spettacolo e pensare le scenografie tenendo conto delle caratteristiche del luogo. Dobbiamo considerare: quanto spazio abbiamo, dove saranno posizionati gli spettatori (posso decidere? davanti, attorno, a destra e sinistra..), le fonti di luce (spazio oscurabile o no), la presenza o assenza di elementi di aiuto e di sostegno (quinte, fondali, ruote, tralicci o stangoni)